La Salvia Apianaè un arbusto perenne sempreverde originario degli Stati Uniti sud-occidentali e del Messico. Il suo uso rituale è attestato presso i Nativi Americani ma non va confusa con l’altrettanto celebre Salvia Indiana, in realtà l’Eupatorio1. Quest’ultima era abbondantemente adoperata in tutto il Nord America ed è questa la pianta che troviamo menzionata nei resoconti degli etnologi e nelle autobiografie dei Nativi sotto al nome di salvia. La Salvia Apiana è adoperata ancora oggi in particolare in fascine di rametti legati tra loro chiamati “Smudge Stick”. La salvia bianca veniva adoperata da sola oppure miscelata con altre piante, spesso ginepro e artemisia. Tra i suoi effetti vi è la proprietà di ridurre la perdita di liquidi e pertanto era una delle piante utilizzate nei rituali della Capanna del Sudore2. Prima dell’uso è importante che la pianta sia ben essiccata o, in caso contrario, la combustione e talvolta anche la pianta stessa nel suo contenitore, sprigionerà uno sgradevole odore di muffa. Ho letto su alcuni blog che nel 1991 uno studio dell’University of California riconobbe alla Salvia Apiana proprietà antibatteriche e antivirali ma non sono stato in grado di reperire e leggere questo contributo.
ESPERIENZA PERSONALE L’odore è simile a quello della salvia comunemente adoperata in cucina ma molto meno penetrante mentre il fumo sprigionato dalla combustione è bianco. Ammesso che non abbia sbagliato a dosarla io non sembra produrre abbondante fumo. La ho trovata eccellente per l’oniromanzia e per facilitare l’ingresso in astrale. Le sue qualità purificatorie sono ottime per rafforzare le difese psichiche, inoltre elimina lo stress e la rabbia. È utilissima per neutralizzare energie basse e pesanti e pertanto il suo uso è consigliato per purificare un ambiente nel quale si deve soggiornare a lungo (o pulire un ambiente in cui si è soggiornato a lungo) o nel quale ci trasferiremo.