Nel dicembre 2021 su suggerimento di un’amica comune venivo contattato dall’Editore Lupetti per scrivere il commento ad un mazzo disegnato dall’Artista francese Ramuntcho Matta.
Sin dal primo incontro mi fu chiara la portata dell’Opera di Ramuntcho. Ben oltre la sua profonda conoscenza del simbolo e il suo modo straordinariamente vivo di approcciarsi all’Arte, Ramuntcho Matta era riuscito a tornare alla quinta essenza di ogni Arcano del Tarocco per poi riscrivere graficamente l’intero Sentiero dei XXII Arcani, nel suo caso XXX. E lo aveva fatto con una freschezza comunicativa davvero travolgente.
Ramuntcho aveva intitolato al sua Opera Tarocchio perché, dice, “l’occhio è un orecchio. Se non hai l’occhio ti manca una parte del tuo cuore“.
Accettai la sfida, avrei commentato il Tarocco e il Tarocchio.
Nel marzo 2022 la scrittura del libro era pressoché conclusa. Gli inevitabili interventi redazionali, l’impaginazione e e la stampa del volume hanno dilatato i tempi fino a luglio. E questo è anche un bene: il Tarocchio non è una semplice rilettura del mazzo canonico dei Marsigliesi ma un atto di amore verso i Tarocchi. Un progetto che contempla la memoria di cosa il Tarocco è stato, di cosa è, e che offre moltissimi spunti di riflessione per capire che cosa il Sentiero dei Trionfi potrebbe diventare nel tempo. Certe cose vanno fatte con cura e tempi lunghi.
Proprio questo ultimo aspetto mi ha spinto a scrivere un testo particolare, più basato sull’esperienza che sullo sterile nozionismo. Per quanto è stato possibile alla luce della mia esperienza di Cartomante ho cercato di spogliare il Tarocco dei dogmi di troppe scuole di pensiero per ricondurlo alla sua essenza. Un po’ lo stesso percorso fatto da Ramuntcho Matta. Con la differenza che lui lo ha fatto attraverso immagini dinamiche e creative, io con un fluire di parole.
Scrivere questo libro è stata una bella sfida. Perché non volevo più scrivere libri, non volevo più fare cose contemporaneamente, non volevo più dire niente oltre qualche piccola boutade celata nei miei video. Il Tarocchio mi ha invitato a scrivere, mi ha messo alla prova su più fronti (provateci a gestire consulti, libro, corsi e canale assieme!) e mi ha fatto capire che forse potrei scegliere di parlare un po’ di più. Ma di questo parleremo più in la.
Un’ultima cosa davvero curiosa ha caratterizzato l’iter di questo volume. I Tarocchi, si dice, nascono nel centro nord Italia. Le prime testimonianze sono legate alla città di Milano. Nelle loro allegorie i Trionfi celebrano le figure delle Società dell’Umanesimo e del Rinascimento.
Ma dove sono nati i Tarocchi? A Milano? A Marsiglia? Oppure a Bologna come sostengono studi più recenti. Anni fa il pozzo del castello Sforzesco restituì alcuni fogli di stampa intonsi risalenti alla fine del XV secolo nei quali l’iconografia dei Tarocchi lombardi era simile a quella dei Marsigliesi. Secondo molti storici, infatti, l’influenza del Tarocco meneghino su quello Marsigliese si ebbe proprio dalla fine del XV secolo. In particolare dal periodo in cui Luigi di Orleans invase Milano. È in quegli anni che si avvia la produzione marsigliese. Le carte restituite dal pozzo del castello creano quindi un ponte tra due città legate alla storia come all’iconografia del Tarocco. Ma l’origine delle carte sembra essere ancora precedente. Pare infatti che i primi mazzi miniati seguissero l’esempio dei Naibi, un mazzo di carte di origine araba che iniziò a diffondersi in area viterbese già dal XIII secolo.
Tirando le somme abbiamo la Francia, Milano, Viterbo e il Rinascimento.
Io da buon toscanaccio ho fatto le veci del Rinascimento; Ramuntcho Matta è francese e vive tra Parigi e Milano. L’Editore ha sede a Milano. E durante il periodo di scrittura del Tarocchio una relazione con una ragazza di Viterbo mi ha permesso di approfondire alcuni aspetti della cultura del posto1.
Se non è un segno questo.
Il Tarocchio
Autore: Marco Barsotti / Ramuntcho Matta
Editore: Lupetti Editore
Pagine: 180
Uscita Febbraio 2023